giovedì 12 febbraio 2015

Berlingaccio, chi non ha la ciccia mangia ...


Dolce antico, ben noto già nel XV° secolo. Allora veniva consumato come antipasto. Schietto e senza complicazioni, certo non digestive e nemmeno intellettuali. E’ quel che sembra, una ciambella. E’ il lato diretto e gioioso della cucina toscana. E’ una vera torta dolce, non una variazione d’impasto del pane.

Ingredienti d’impasto :
  • farina ….. 500g, 
  • uova ….. 4, 
  • olio ….. 100g, 
  • zucchero ….. 200g,
  • cremor di tartaro ….. 10g, 
  • bicarbonato di sodio ….. 5g, 
  • scorza grattugiata di un limone. 

Invece del cremor di tartaro e del bicarbonato si può usare una bustina di lievito istantaneo senza vanillina. Montare le uova sbattute insieme con lo zucchero finché il composto è soffice e spumoso. Inglobare l’olio e la scorza di limone. Setacciare sul composto la farina con il lievito e amalgamare. Deve risultare una massa liscia, morbida e cremosa. Ungere e infarinare uno stampo da ciambella. Posizionare il composto e cuocere in forno preriscaldato a 170°C per circa tre quarti d’ora. Quando è freddo spolverare di zucchero a velo. [39] 

[39] Dolce per giovedì grasso, cioè Berlingaccio. Il verbo berlingare ha significato connesso con l’aver la pancia piena e chiacchierare amenamente.


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