giovedì 6 agosto 2015

Come si forma una cultura (attualmente perseguitata): la nostra


Chazirello(*)*

"Il nome di questo piatto significa più o meno: porcellino, ma ovviamente non c’è traccia in esso di carne di maiale, animale non ruminante e quindi non kosher, insomma non permesso.
Molto probabilmente esso è un’imitazione della porchetta, quella che in Italia viene offerta nelle piazze durante le fiere ed i mercati, e che in Toscana, dove il chazirello è nato, una volta si chiamava appunto maialino.


Petto di vitello : 2 kg
Rosmarino : 1 rametto
Sale : q.b.

Petto di pollo : 1/2
Noce moscata : q.b.
Pepe : q.b.

Manzo : 120 g
Pistacchi : 30 g


Uova : 3
Aglio : 2 spicchi


Pane raffermo : 2 fette




Semi finocchio : 1 cucchiaino




Tagliate il petto di vitello in modo che possa aprirsi come un libro (magari fate fare questa operazione dal vostro macellaio).
Togliete accuratamente ogni parte di grasso, poi strofinate le due facce interne con aglio e cospargetele di sale e pepe. Rovesciate il pezzo di carne e cospargete le parti esterne con un cucchiaino di semi di finocchio.
Macinate il petto di pollo e il manzo insieme. Mescolateli con un uovo sbattuto, i pistacchi, una grattatina di noce moscata, sale e pepe e due fette di pane raffermo, fatte precedentemente ammollare in acqua.
Mettete il composto dentro al vitello, e chiudete le due estremità in modo da sigillarle, cucitele con ago e filo o mantenetele ben chiuse con una rete per alimenti.
Spargete il rosmarino sull’esterno, mettete la carne in forno e cuocetela a 180 gradi per circa due ore e mezza o comunque fino a quando avrà assunto un bel color bruno.
Toglietela dal forno e, prima di affettarla, lasciatela riposare 10 minuti, coperta da un tovagliolo."(*)

(*)Tratta da: Pane azzimo e altre ricette - La cucina degli ebrei - Strade bianche - Stampaalternativa

* Addendum al 6 agosto 2015


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